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    [Italien]L'ultimo giorno

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    [Italien]L'ultimo giorno
    Message de chilla posté le 16-05-2010 à 18:09:33 (S | E | F)

    Cari amici,
    sono appena tornato da un viaggio fantastico e emozionante!
    Raccontare tutto, sarebbe troppo lungo. Ma ecco cos'ho scritto per voi. Traducetelo, facendo attenzione ai vari trabocchetti!

    Chers amis,
    Je rentre juste d'un voyage fantastique et plein d'émotions !
    Raconter le tout serait trop long. Mais voilà ce que j'ai écrit pour vous. Traduisez-le ce petit texte, en prenant bien soin d'éviter les quelques pièges semés par-ci, par-là !

    Correction le 23 mai prochain

    Le dernier jour

    Mon voyage a duré 8 jours.
    Un après-midi, le dernier, je me suis mise à flâner dans les ruelles plus au moins étroites, escarpées et enchevêtrées de Mardin*.

    Après avoir répondu avec un sourire aux regards doux qu’hommes, femmes et enfants curieux de nouveautés posaient sur moi ; après avoir fouiné dans ces petits magasins scintillants de colliers et de bracelets suspendus ; dans ceux où, pêle-mêle, des tapis pliés en quatre et empilés les uns sur les autres mélangeaient leurs couleurs aux brillances des samovars ; après m’être enivrée, chemin faisant, de parfums d’épices orientales et savouré un thé chaud et doré avec 3 jeunes gens sous la fraîcheur d’une pergola, voilà que je me suis assise dans une espèce d’oasis : la terrasse au premier étage d’un café qui d’un côté donnait sur la vieille ville et de l’autre sur l’immense étendue de la Mésopotamie !

    Déclinait le jour et la lumière, aveuglante et poussiéreuse de la ville, doucement diminuait. Les maisons, écrasées par le soleil pendant le jour, respiraient maintenant ce petit vent du soir, et vers le ciel s'élevaient les lumières qui gaiment animaient la colline.

    Pendant longtemps je contemplai le ciel où déjà des étoiles, en attendant le bleu de la nuit, timidement montraient leur éternelle lueur.

    J’ai profondément respiré cet air. J’ai voulu sentir et fixer en moi l’odeur du temps, de l’immensité, de la pérennité : la mémoire. Puis j’ai dit au revoir à la Haute Mésopotamie, aujourd’hui en Turquie par vouloir des Grands et dit au revoir à ces anciens peuples qui encore aujourd’hui l’habitent, même si en nombre mineur ; je parle des Assyriens, des Chaldéens, des Syriaques , de ces peuples bibliques que je croyais à jamais disparus !

    Je quittais une terre ancestrale et moderne en même temps, sans savoir où terminait l’une et où commençait l’autre.
    Je quittais l’image d’une mère souriante, coiffée d’un voile blanc délicatement posé sur la tête et coquettement rabattu sur l’épaule, tenant fièrement ses deux enfants par la main, et celle d’une terrasse, où tout était fait pour que le touriste s’y sente bien.

    Mais moi, c’est sans conteste la première image que je vais retenir sans peine!



    (* prononcer : Mardine)



    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de olivia07, postée le 17-05-2010 à 00:21:40 (S | E)

    Merci chilla pour ce texte que j'ai trouvé bien difficile.Je me lance malgré la crainte d'avoir fait bien des balourdises!

    L’ultimo giorno.

    Il mio viaggio è durato otto giorni.
    Un pomeriggio, l'ultimo, ho bighellonato per le viuzze più o meno strette, ripide e intricate di Mardine.

    Dopo aver risposto con un sorriso agli sguardi dolci che uomini, donne e bambini curiosi di novità portavano su di me, dopo aver rovistato in quei piccoli negozi scintillanti di collane e di braccialetti sospesi, in quelli dove, alla rinfusa, tappeti piegati in quattro e accatastati gli uni sugli altri mescolavano i loro colori alle lucentezze dei samovar, dopo essermi inebriata , strada facendo, con i profumi delle spezie orientali ed aver assaporato un tè caldo e dorato con tre ragazzi sotto la freschezza di un pergolato, ecco che mi sono seduta in una specie di oasi : la terrazza al primo piano di un bar che, da una parte, si affacciava sulla vecchia città, e dall’altra sull’immensa vastità della Mesopotamia.
    Il giorno volgeva al tramonto e la luce accecante e polverosa della città diminuiva lentamente. Le case, schiacciate dal sole nel giorno, respiravano adesso questa brezza serale e verso il cielo si alzavano le luci che vivacizzavano allegramente la collina.

    A lungo, contemplai il cielo dove già le stelle, aspettando il blu della notte, timidamente mostravano un eterno chiarore.

    Ho profondamente respirato quell’aria. Ho voluto sentire e fissare in me l’odore del tempo, dell’immensità, della perennità : la memoria. Poi, ho detto addio all’Alta Mesopotamia, oggi in Turchia per la volontà dei Grandi e ho anche detto addio a questi antichi popoli che tuttora oggi l’abitano, anche se in numero ridotto ; parlo degli Assiri, dei Caldei, dei Babilonesi, di questi popoli biblici che credevo del tutto scomparsi.

    Lasciai una terra ancestrale e anche moderna, senza sapere dove finiva l’una, e dove cominciava l’altra.
    Lasciai l’immagine di una madre sorridente, con un velo bianco delicatamente posato sul capo e ricaduto sulla spalla in modo grazioso mentre tenava fieramente i suoi due figli per mano e quella di una terrazza dove tutto era fatto affinché il turista vi stia bene.
    Per me, inconstestabilmente, sarà la prima immagine che ricorderò senza sforzo.



    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de jod47, postée le 17-05-2010 à 14:36:54 (S | E)
    Buongiorno a tutti!

    Merci chilla pour ce texte qui conforme à ceux que tu nous a proposés, nous apporte émerveillement et émotion; plus...pas mal de difficultés et..pièges; Tout comme Olivia je l'ai trouvé difficile mais passionnant à traduire!!
    Je me lance... ( hum..gare aux fautes..! )


    L'ultimo giorno.

    Il mio viaggio è durato otto giorni.
    Un pomeriggio, l'ultimo, sono andata a zonzo tra i vicoli più o meno stretti, scoscesi ed ingarbugliati di Mardine.
    Dopo una risposta fatta con un sorriso ai dolci sguardi che uomini, donne e bambini curiosi di novità posavano su di me, dopo avere frugato tra questi piccoli negozi sfavillanti dai girocolli e braccialetti sospesi; in cui dove, alla rinfusa, dei tappeti piegati in quattro ed ammucchiati gli uni adosso gli altri, mischiavano i loro colori agli splendori dei samovar. Dopo starmi ( essermi ? ) inebriata, strada facendo,dai profumi degli spezie orientali ed assaparato un tè caldo e dorato, insieme a tre ragazzi sotto la frescura di una pergola, ecco che mi sono seduta in un genere di oasi, la terrazza al primo piano di un caffè, il quale da un lato dava sull' antica città e dall'altro sulla vastissima estesa della Mesopotamia.
    Declinava il giorno, e la luce accecante e polverosa dalla città diminuava. Le case schiacciate dal sole durante il giorno, ora respiravano questo venticello di sera e verso il cielo si alzavano le luci che allegramente vivacizzavano il colle.
    A lungo, ammiravo il cielo dove già, le stelle, aspettando il blu della notte, timidamente mostravano il loro eterno chiarore.
    Ho intensamente annusato quest'aria.Ho voluto sentire e fissare dentro di me il profumo del tempo, dell'immensità, della perennità : la memoria. Poi ho detto ciao all' Alta Mesopotamia, oggigiorno in Turchia dal volere dei "Grandi", e ho detto arrivederci a questi antichi popoli che ancora l'abitano oggi anche se in numero inferiore; parlo io degli Assiri, Caldei, Siriaci, questi popoli biblici che credevo spariti per sempre.
    Abbandonavo una terrazza ancestrale e, nello stesso tempo, moderna, senza sapere dove finiva l'una e dove cominciava l'altra.
    Lasciavo l'immagine di una madre sorridente che portava un velo bianco, posato con delicatezza sulla testa e vezzosamente ripiegato sulla spalla; tenendo per mano i suoi due bambini, anche quella di una terrazza dove tutto era fatto affinché il turista si sentisse bene.
    Ma io,è in assoluto la prima immagine che ricorderò senza fatica!




    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de nick27, postée le 17-05-2010 à 15:08:49 (S | E)
    Quelle belle histoire et quel beau texte! Encore une fois merci

    L'ultimo giorno
    Il mio viaggio è durato 8 giorni.
    Un pomeriggio, l'ultimo, mi sono messa a bighellonare per le stradine più o meno strette, scoscese ed ingarbugliate di Mardin.
    Dopo aver risposto con un sorriso agli sguardi dolci che uomini, donne e bambini avidi di novità posavano su di me ; dopo aver curiosato in quei piccoli negozi scintillanti di collane e braccialetti appesi ; in quelli in cui tappeti piegati in quattro e ammucchiati gli uni sugli altri alla rinfusa mescolavano i loro colori alle brillantezze dei samovar ; dopo essermi inebriata, strada facendo, di profumi di spezie orientali e dopo aver bevuto un tè caldo e dorato con tre giovani sotto la frechezza di una pergola, mi sono seduta in una specie di oasi : la terrazza al primo piano di un caffè che da un lato dava sulla vecchia città e dall'altro sull'immensa distesa della Mesopotamia !
    Il giorno declinava e la luce, accecante e polverosa della città, si faceva sempre meno forte. Le case, schiacciate dal sole durante il giorno, ormai respiravano quel venticello della sera e s'innalzavano verso il cielo le luci che allegramente animavano la collina.
    Ho contemplato a lungo il cielo in cui le stelle, aspettando il blu della notte, già mostravano timidamente il loro chiarore eterno.
    Ho preso una grande boccata di quell'aria. Volevo sentire fissarsi dentro di me l'odore del tempo, dell'immensità, dell'eternità : la memoria. Poi, ho salutato l'Alta Mesopotamia, oggigiorno in Turchia per volontà dei Grandi, e quegli antichi popoli che ancora oggi abitano lì, anche se in piccolo numero ; parlo degli Assiriani, dei Caldei, dei Siriachi, di quei popoli biblici che credevo spariti per sempre.
    Lasciavo una terra ancestrale e allo stesso tempo moderna senza sapere dove finiva l'una e dove cominciava l'altra.
    Lasciavo l'immagine di una madre sorridente, pettinata con un velo bianco delicatamente appoggiato sulla sua testa ed elegantemente rabattuto sulla spalla, tenendo fieramente i suoi due figli per mano, e quella di una terrazza dove tutto era stato fatto perchè il turista ci si trovasse a suo agio.
    Ma per me sarà senza dubbio la prima immagine che ricorderò senza fatica.


    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de chilla, postée le 17-05-2010 à 16:38:50 (S | E)
    J'ai été à deux doigts de vous proposer le texte en italien, puisque c'est dans cette langue que je l'ai écrit, puis, pensant que pour des français cela serait trop simple, je l'ai traduit.
    Est-il difficile ? peut-être ! Mais si cela vous permet d'apprendre de nouvelles expressions, le pari est gagné !


    -------------------
    Modifié par chilla le 17-05-2010 18:03
    J'ai oublié de vous dire que vous vous en sortez très bien ! ! !


    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de bya56, postée le 17-05-2010 à 21:54:19 (S | E)
    Buonasera a tutti,
    grazie, chilla, complimenti per il testo che è bellissimo, quanta poesia sei riuscita a trasmetterci!
    Ti mando la mia traduzione.
    Ah, una cosa: devo riconoscere che il tuo testo era piuttosto tosto.

    L’ultimo giorno
    Il mio viaggio è durato otto giorni.
    Un pomeriggio, l’ultimo, ho girovagato nelle viuzze più o meno strette, ripide e ingarbugliate di Mardin.

    Dopo aver risposto con un sorriso agli sguardi dolci che uomini, donne e bambini mi gettavano intrigati dalle novità; dopo aver curiosato in questi piccoli bazar scintillanti di collane e braccialetti sospesi; in quelli dove, alla rinfusa, tappeti piegati in quattro e accatastati gli uni sugli altri mischiavano i loro colori alla luminosità dei samovar; dopo essermi inebriata, strada facendo, di profumi di spezie orientali e aver bevuto un tè caldo e dorato in compagnia di tre giovanotti sotto la frescura di una pergola, ecco che mi sono seduta in una specie di oasi: la terrazza al primo piano di un caffè che da un lato dava sull’antica città e dall’altro sull’immensa distesa della Mesopotamia!

    Il giorno volgeva al tramonto e la luce, accecante e carica della polvere della città, a poco a poco diminuiva. Le case, schiacciate dal sole durante il giorno, ora respiravano questo venticello della sera e verso il cielo si alzavano le luci che animavano festosamente la collina.

    Per un lungo momento, contemplai il cielo nel quale le stelle, in attesa del blu della notte, timidamente mettevano già a nudo la loro eterna luce.

    Respirai a lungo quell’aria. Volevo annusare e fissare dentro di me l’odore del tempo, dell’immensità, dell’eternità: la memoria. Poi ho detto arrivederci all’Alta Mesopotamia, oggi parte della Turchia per il volere dei Grandi e ho detto arrivederci a questi antichi popoli che ancora oggi la popolano, pur sempre in numero minore; parlo degli Assiri, dei Caldei, dei Siriaci, di questi popoli biblici che credevo spariti per sempre!

    Lasciavo una terra ancestrale e moderna nello stesso tempo, senza saper né dove finiva l’una né dove cominciava l’altra.
    Lasciavo l’immagine di una madre sorridente, un velo bianco delicatamente adagiato sulla testa e graziosamente ribassato sulla spalla, tenendo orgogliosamente per mano i suoi due figli e lasciavo anche l’immagine di una terrazza dove tutto era fatto perché il turista si sentisse a suo agio.

    Personalmente, e senza dubbio è la prima immagine che ricorderò.


    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de chilla, postée le 19-05-2010 à 10:14:59 (S | E)

    (photos prises à partir d'un portable)


    Images       Images      Images  Dans les ruelles escarpées les cavernes Ali Baba et l'ami de l'homme ...


     Le temps d'un thé partagé et déjà ...



    Images  Images  Images  déclinait le jour ...





    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de michou56, postée le 19-05-2010 à 12:48:31 (S | E)
    Chilla

    Ecco la mia traduzione

    L’ultimo giorno

    Il mio viaggio è durato otto giorni.
    Un pomeriggio, l’ultimo, sono andata a zonzo nelle viuzze più o meno strette, dirupate e intricate di Mardine.

    Dopo avere risposto con un sorriso agli sguardi dolci che uomini, donne e bambini curiosi di novità ponevano su di me ; dopo avere curiosato in quei negozini scintillanti di collane e braccialetti penzolanti : in quelli dove, alla rinfusa, dei tappeti piegati in quattro e accatasti gli uni sugli altri mischiavano i loro colori alle brillantezze dei samovar : dopo essermi inebriata, strada facendo, di profumi di spezie orientali e assaporato un tè caldo e dorato con tre giovani sotto la frechezza di una pergola, ecco che mi sono seduta in una specie di oasi : la terrazza al primo piano di un caffè che da un lato dava sulla vecchia città e dall’altro sull’immensa distesa della Mesopotamia !

    Il giorno declinava e la luce, accecante e polverosa della città, dolcemente diminuiva. Le case, schiacciate dal sole durante il giorno, ora respiravano quel venticello della sera e verso il cielo si alzavano le luci che allegramante animavano la collina.

    Ho contemplato a lungo il cielo in cui le stelle, aspettando il blu della notte, timidamente mostravano il loro chiarore eterno.

    Ho profondamente respirato quest’aria. Volevo sentire e fissare dentro di me l’odore del tempo, dell’immensità, dell’eternità : la memoria. Poi ho salutato l’Alta Mesopotamia, oggi in Turchia per volontà dei grandi e salutato quegli antichi popoli che ancora oggi abitano lì, anche si in piccolo numero ; parlo degli Assiriani, dei Caldei, dei Siriachi, di quei popoli biblici che credevo spariti per sempre !

    Lasciavo una terra ancestrale e allo stesso tempo moderna, senza sapere dove finiva l’una e dove cominciva l’altra.

    lasciavo l’immagine di una madre sorridente, pettinata con un velo bianco delicatamente appoggiato sulla sua testa e civettuolmente rabattuto sulla spalla, tenendo fieramente i suoi due bambini per la mano e quella di una terrazza, dove tutto era fatto perché il turista ci si trovasse a suo agio.

    Ma per me, sarà senza contrasto la prima immagine che ricorderò senza fatica !

    Ecco finito.





    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de nonno74, postée le 19-05-2010 à 17:14:39 (S | E)
    Buongiorno a tutti.
    Merci Chilla pour ce texte proposé en français;une excellente idèe.
    L'ultimo giorno
    Il mio viaggio è durato otto giorni.

    L'ultimo pomeriggio sarò andata a zonzo per le viuzze piu' o meno strette,scoscese e intrecate di Mardin.
    Dopo aver risposto con un sorriso agli sguardi dolci che uomini,donne e bambini
    curiosi di novità portavano su di me;dopo aver rovistato in quei negozietti
    scintillanti di collane e di braccialetti sospesi;nei quali dove alla rinfusa,
    tappeti piegati in quattro l'uno sull'altro mescolavano i loro colori alle brillantezze dei samovar;dopo essermi ubriacata ,facendo strada,con i profumi delle spezie orientali e assaporato un té caldo e indorata dal sole con 3 ragazzi sotto il fresco di un pergolata,ecco che mi sono seduta in una specie di oasi:la terrazza al primo piano di un bar che da una parte si affaccia sulla vecchia città e dall'altra parte sulla grande estensione della Mesopotamia!
    Stava declinando il giorno e la luce acceccante e polverosa della città piano stava riducendo.Le case picchiate dal sole durante il giorno stavano adesso respirando il venticello serale e verso il ciele si alzavano le luci che allegramente animavano la collina.
    A lungo ,contemplai il cielo dove già delle stelle,aspettando l'azzurro della notte timidamente mostravano il loro eterno chiarore.Ho profondamente respirato quell'aria.Ho voluto sentire e fissare in me l'odore del tempo,dell'immensità,della perennità:la memoria.Poi,ho detto addio all'Alta Mesopotamia,oggi in Turchia dal voler dei Grandi e detto addio a quegli antichi popoli che tuttora oggi l'abitano, anche se in minoranza;parlo degli Assiri,dei Caldei,dei Siriaci, di quei popoli biblichi che credevo scomparsi per sempre!
    Lasciai una terra avita e moderna nello stesso tempo senza sapere del finire
    di una e del comminciare dell'altro.
    Lasciai l'immagine di una madre sorridente,con in capo un velo bianco delicatamente posato e rivolto sulle spalle,con civetteria,mentre teneva con fierezza i suoi due figli per la mano e quella di una terrazza dove tutto era fatto per l'agio dei turisti.
    Per me sarà inconstetabilmente la prima immagine che ricorderò senza sforzo!


    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de chilla, postée le 23-05-2010 à 22:31:22 (S | E)
    Bonsoir
    à vous tous de votre participation.
    Par manque de temps je ne pourrai corriger une par une vos copies; veuillez m'en excuser.
    Je vous donne ici le texte original. Confrontez-le avec votre travail et posez vos questions. Merci !

    L’ultimo giorno

    Il mio viaggio è durato 8 giorni.
    Un pomeriggio, l’ultimo, mi sono messa a vagare per le stradine più o meno strette, scoscese e aggrovigliate di Mardin. Dopo aver sorriso agli sguardi morbidi che uomini, donne e bambini curiosi di novità posavano di me; dopo aver curiosato in negozietti scintillanti di collane e bracciali appesi; in quelli dove, alla rinfusa, tappeti piegati in quattro e accatastati gli uni sugli altri mischiavano i loro colori ai luccichii dei samovar; dopo essere stata inebriata, strada facendo, dai profumi e dalle spezie orientali che fuoriuscivano dai negozi; dopo aver condiviso un té caldo e dorato che 3 giovanotti sotto la frescura d’un pergolato assoporavano, mi sono seduta in una specie di oasi: un terrazzo al primo piano di un caffé il quale, da un lato si affacciava sulla città vecchia arrampicata sulla collina, dall’altro, sull’immensa distesa mesopotamica !

    Scendeva la sera e la luce, abbagliante e polverosa della città, piano piano scemava. Le case, schiacciate dal sole durante il giorno, respiravano adesso quel venticello serale e verso il cielo innalzavano le luci che allegramente animavano la collina.

    A lungo contemplai il cielo dove già le stelle, aspettando il blu della notte, timidamente cominciavano a mostrare l’eterno bagliore. Ho respirato profondamente quell’aria. Ho voluto sentire e fissare in me l’odore del tempo, dell’immensità, della perennità : la memoria. Poi ho detto arrivederci all’Alta Mesopotamia, oggi in Turchia per volere dei Grandi e ho detto arrivederci a quegli antichi popoli che ancor oggi l’abitano, anche se in minima parte ; sto parlando degli assiri, dei caldei, dei siriaci, di quei popoli biblici che credevo scomparsi per sempre.

    Lasciavo una terra ancestrale e moderna allo stesso tempo, senza sapere dove finisse l'una e dove cominciasse l'altra.. Lasciavo l’immagine di una madre sorridente, coperta d’un velo bianco morbidamente adagiato sulla spalla, tenendo orgogliosamente per mano i suoi due figli e quella di un terrazzo dove tutto era li affinché il turista si sentisse bene.
    Ma io, riterro’ senza fatica la prima immagine !






    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de nonno74, postée le 24-05-2010 à 18:22:49 (S | E)
    Bonjour
    J'aimerais savoir:
    pourquoi la sera scendeva et pas stava scendendo.
    j'ai voulu utiliser des infinitifs substantivés;"senza saper del finire..e del comminciare"est-ce complètement faux? faut-il mettre le subjonctif :"finisse e comminciasse"parcce qu'il y a incertitude?
    Avec mes remerciements
    Salutations


    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de chilla, postée le 26-05-2010 à 16:14:35 (S | E)
    Bonjour nonno 74,

    pourquoi la sera scendeva et pas stava scendendo.
    Pour les mêmes raisons que : "déclinait le soir" et non pas "le soir était en train de décliner".

    j'ai voulu utiliser des infinitifs substantivés;"senza saper del finire..e del comminciare"est-ce complètement faux?
    Oui ! Je suis désolée !

    faut-il mettre le subjonctif :"finisse e comminciasse" parce qu'il y a incertitude?
    Oui !
    Voici la phrase : "sans savoir où terminait l’une et où commençait l’autre.
    C'est une phrase negative, interrogative indirecte.
    La phrase interrogative indirecte accepte l'indicatif, le conditionnel mais surtout le subjonctif; parce que, par définition, une phrase interrogative indirecte est portée par un verbe qui exprime un doute, une incertitude.


    (Mais très souvent l'indicatif fait son travail, ici aussi !)

    Saluti


    Réponse: [Italien]L'ultimo giorno de nonno74, postée le 27-05-2010 à 10:51:15 (S | E)
    Bonjour à tous

    Merci Chilla pour vos excellentes remarques,j'ai encore le même problème:"vous mettez pour je parle des Assyriens,sto parlando degli assiri,je suis en train de parler et non, parlo degli assiri"
    Cordiales salutations.



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